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  La famiglia delle SportTouring Ducati nasce nel 1997 dalla matita di Miguel Galluzzi, già autore del Monster. La capostipite della specie, la Ducati ST2, raccoglie l'eredità della Paso. Una nota rivista dell'epoca apre la sua prova della moto scrivendo:"una moto con la quale Carl Fogarty potrebbe andare in vacanza, per giunta divertendosi alla guida"; ebbene dopo aver posseduto la moto in questione mi sento di condividere appieno tale affermazione.
  La ST2 si presenta con una linea sportiveggiante e "morbida" al tempo stesso, caratterizzata dal basso cupolino e dal serbatoio movimentato che ricorda i modelli più sportivi, ma anche dalle ampie aperture di sfogo del radiatore e dal codone lungo ed accogliente con l'ampia sella in un unico pezzo.
  La carenatura è abbastanza attillata sul telaio a traliccio, pur rimanendo protettiva quel tanto che basta per affrontare viaggi autostradali, soltanto il casco e le spalle del pilota restano leggermente esposti all'aria durante la marcia, mentre il passeggero essendo seduto poco più in alto rispetto al conducente, non è esposto alle turbolenze. In questo modo si è riuscito a conciliare protettività e sportività, lasciando a vista i principali elementi della ciclistica, come il telaio, il mono posteriore ed il forcellone.
 
  Il profilo tecnico della ST2, è decisamente raffinato, come da tradizione Ducati.
  Il motore, bicilindrico a V di 90°, si pone al massimo stadio evolutivo dei bicilindrici due valvole. Caratterizzato da una cilindrata di 944cm³, ottenuta con un alesaggio di 94mm ed una corsa di 68mm, è l'unico due valvole dotato di raffreddamento a liquido ed iniezione elettronica, il che permette di arrivare ad un rapporto di compressione di 10,2:1, con prestazioni di 61KW (83CV) a 8500rpm e 84Nm (8,5Kgm) a 6500rmp. Il sistema di scarico prevede una coppia di silenziatori rivestiti in alluminio satinato, con la particolatità di essere basculanti per consentire l'installazione delle valigie laterali.
  La parte ciclistca è come sempre lo stato dell'arte Ducati. Il telaio è il classico traliccio in tubi d'acciaio, di derivazione 916, con la parte posteriore allungata per permettere l'installazione della sella biposto e delle valigie laterali (optional). Per quanto riguarda le sospensioni, all'anteriore troviamo una forcella rovesciata Showa con steli da 43mm di diametro, completamente regolabile (precarico, compressione ed estensione, che dal 2001 sarà regolabile nel solo precarico), al posteriore un mono anch'esso Showa completamente regolabile (dal 2001 sostituito da un mono Sachs regolabile solo nel precarico ed in estensione), collegato al forcellone tramite un cinematismo progressivo ed un'asta di reazione regolabile di derivazione SBK. Il forcellone, in acciaio, ha una lunghezza tale da consentire stabilità alle alte velocità.
  Il reparto frenante prevede all'anteriore una coppia di dischi Brembo da 320mm di diametro, morsi da una coppia di pinze Brembo serie Oro a quattro pistoncini, mentre al posteriore è presente un disco da 245mm, lavorato da una pinza Brembo a due pistoncini.
  Infine le ruote, con cerchi in acciaio da 17" a tre razze, nelle misure 3,50" all'anteriore e 5,50" al posteriore, che ospitano rispettivamente pneumatici 120/70 e 170/60.
  La strumentazione ricorda quelle da corsa Ducati, con contagiri e tachimetro analogici (con il primo senza zona rossa) affiancati da un display digitale che riporta le informazioni di temperatura liquido, ora e livello carburante. Completa il tutto la serie di spie luminose comprendente la riserva, abbaglianti, frecce, folle e pressione dell'olio.