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La famiglia delle SportTouring Ducati nel 1999 si amplia con l'arrivo della ST4, modello dalla carettizzazione più sportiva rispetto alla ST2 grazie al motore 916cc a quattro valvole per cilindro.
La ST4 esteticamente si presenta identica alla ST2, cioè con una linea sportiveggiante e "morbida" al tempo stesso, caratterizzata dal basso cupolino e dal serbatoio movimentato che ricorda i modelli più sportivi.
La carenatura è abbastanza attillata sul telaio a traliccio, pur rimanendo protettiva quel tanto che basta per affrontare viaggi autostradali, soltanto il casco e le spalle del pilota restano leggermente esposti all'aria durante la marcia, mentre il passeggero essendo seduto poco più in alto rispetto al conducente, non è esposto alle turbolenze. In questo modo si è riuscito a conciliare protettività e sportività, lasciando a vista i principali elementi della ciclistica, come il telaio, il mono posteriore ed il forcellone.
Il profilo tecnico della ST4, è molto raffinato, come da tradizione Ducati.
Il motore, bicilindrico a V di 90°, è derivato dal glorioso 916 campione del mondo SuperBike. Caratterizzato da una cilindrata di 916cm³, ottenuta con un alesaggio di 94mm ed una corsa di 64mm, distribuzione a quattro valvole per cilindro, raffreddamento a liquido ed iniezione elettronica, il tutto con un rapporto di compressione di 11:1, con prestazioni di 79KW (105CV) a 9000rpm e 89Nm (9Kgm) di coppia a 7500rmp. Il sistema di scarico prevede una coppia di silenziatori rivestiti in alluminio satinato, con la particolatità di essere basculanti per consentire l'installazione delle valigie laterali.
La parte ciclistca è come sempre lo stato dell'arte Ducati. Il telaio è il classico traliccio in tubi d'acciaio, di derivazione 916, con la parte posteriore allungata per permettere l'installazione della sella biposto e delle valigie laterali (optional). Per quanto riguarda le sospensioni, all'anteriore troviamo una forcella rovesciata Showa con steli da 43mm di diametro, completamente regolabile (precarico, compressione ed estensione), al posteriore un mono anch'esso Showa completamente regolabile, collegato al forcellone tramite un cinematismo progressivo ed un'asta di reazione regolabile di derivazione SBK. Il forcellone, in acciaio, ha una lunghezza tale da consentire stabilità alle alte velocità.
Il reparto frenante prevede all'anteriore una coppia di dischi Brembo da 320mm di diametro, morsi da una coppia di pinze Brembo serie Oro a quattro pistoncini, mentre al posteriore è presente un disco da 245mm, lavorato da una pinza Brembo a due pistoncini.
Infine le ruote, con cerchi in acciaio da 17" a tre razze, nelle misure 3,50" all'anteriore e 5,50" al posteriore, che ospitano rispettivamente pneumatici 120/70 e 180/55.
La strumentazione ricorda quelle da corsa Ducati, con contagiri e tachimetro analogici (con il primo senza zona rossa) affiancati da un display digitale che riporta le informazioni di temperatura liquido, ora e livello carburante. Completa il tutto la serie di spie luminose comprendente la riserva, abbaglianti, frecce, folle e pressione dell'olio.